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Cosa sono le emozioni. Tre consigli per gestirle al meglio

Come scriveva Martin Heidegger, per sua essenza ogni essere umano è sempre immerso in uno stato emotivo. Ogni uomo e donna, di ogni tempo e luogo, è sempre tenuto a confrontarsi con queste dirompenti forze interiori.

Di fronte al grande potere delle emozioni e alla loro forza, è ormai chiaro come imparare ad esserne consapevoli, a riconoscerle, comprenderle ed esprimerle nella maniera adeguata sia fondamentale per farsi strada attraverso la vita, per essere leader di sé stessi e degli altri.

Inoltriamoci dunque nel mondo delle emozioni e proviamo a fare luce sulla loro natura e scoprire come gestirle al meglio. Vedremo, nella prima metà dell’articolo, come vengono definite dalla scienza e come vengono distinte dai sentimenti. Nella seconda parte proporremo invece tre piccoli consigli con l’obiettivo di aiutarti a migliorare l'intelligenza emotiva.

 

Cosa sono le emozioni e a cosa servono

Molti di noi sanno cosa sia la rabbia, la gioia o la paura. Siamo in grado di distinguere uno stato di tristezza da uno di disgusto, e spesso sappiamo perfino riconoscerne le caratteristiche principali. Tuttavia, questa conoscenza superficiale e universalmente condivisa delle emozioni si interrompe nel momento in cui cominciamo a porci domande più audaci.

Cosa sono le emozioni? Quale funzione hanno? Come possiamo gestirle al meglio? A queste e a molte altre domande la scienza ha provato a dare risposta, nel tentativo di portare la nostra conoscenza al di là del senso comune.

In questa cornice scientificamente determinata, le emozioni sono definite come reazioni fisiologiche in risposta a eventi/stimoli utili a favorire l’adattamento dell’organismo all’ambiente circostante.

Esistono diversi stimoli: interni come i nostri pensieri o le nostre sensazioni ed esterni come il nostro collega che ci provoca oppure come nostro figlio che ci fa trovare sul cuscino del letto il disegno che ha fatto a scuola.

In questo contesto le emozioni hanno lo scopo di attivare il comportamento migliore per far fronte alla situazione che stiamo vivendo, massimizzando così le nostre probabilità di successo.

 

Emozioni e sentimenti

Le emozioni si sono sviluppate accanto ed in concomitanza alla facoltà del pensiero e questa crescita congiunta ha portato ad una profonda connessione tra le due funzioni.

Questa relazione profonda ha indotto gli scienziati a distinguere queste ultime dai sentimenti. Infatti, i due concetti vengono utilizzati per riferirsi a due momenti distinti del processo che stiamo gradualmente scoprendo.

Se un’emozione è un insieme di cambiamenti dello stato corporeo connessi a particolari immagini mentali che hanno attivato uno specifico sistema cerebrale (il sistema limbico e le cortecce prefrontali), l’essenza del sentire un’emozione è l’esperienza di tali cambiamenti. (Damasio - L'errore di Cartesio)

Diversamente il sentimento è il risultato di un “processo di osservazione continua dell’esperienza di quello che il vostro corpo sta facendo mentre corrono i pensieri riguardanti specifici contenuti” e valutazioni soggettive. 

 

Emozioni e sentimento

 

È dunque possibile riassumere le principali differenze tra sentimenti ed emozioni nei seguenti punti:

  • Le emozioni sono istantanee, di breve durata, mentre i sentimenti possono protrarsi per una durata maggiore
  • Le emozioni sono visibili anche agli altri, mentre i nostri sentimenti, in quanto frutto di valutazioni, non sempre sono manifestati e visibili
  • Le emozioni scaturiscono dalle aree del sistema nervoso (sistema limbico), mentre i sentimenti derivano da interpretazione razionale degli eventi e delle sensazioni fisiche.

Ora che abbiamo le idee un po’ più chiare riguardo a cosa siano le emozioni e di come si distinguono dai sentimenti, è il momento di vedere tre comportamenti efficaci che possono aiutarci a riconoscerle, modularne gli eccessi e, in generale, trarre il meglio da esse.

 

Tre consigli per riconoscere e gestire le emozioni e i sentimenti

1. Ascoltare il proprio corpo

Il primo passo per imparare a riconoscere le proprie emozioni è ascoltare il proprio corpo. Con ciò si intende prestare attenzione alle nostre sensazioni, anche quelle più sottili. L’importanza di questo comportamento risiede nel fatto che, essendo le emozioni strettamente connesse ai cambiamenti somatici del nostro corpo, osservare le proprie sensazioni ci aiuta ad essere più consapevoli delle nostre emozioni al loro presentarsi.

Ad esempio, la paura e l’ansia fanno sentire sensazioni intense nel petto, la rabbia negli arti superiori e nel busto, la gioia irradia tutto il corpo mentre la tristezza, all’infuori del petto, “spegne” tutto il corpo, in particolare le gambe. (Rif. Una mappa delle sensazioni fisiche associate alle emozioni – Università di Tampere)

 

Mappa delle sensazioni associate alle emozioni

 

È importante però prestare attenzione a non interpretare ogni sensazione come un’emozione: se ogni emozione è accompagnata da una sensazione, non ogni sensazione è connessa univocamente ad un’emozione.

Ad esempio, se è vero che ogni volta che siamo arrabbiati il battito cardiaco accelera, i muscoli si irrigidiscono e si tonificano, la respirazione si fa più veloce ecc., non ogni volta che questi cambiamenti somatici si verificano singolarmente ci troviamo in uno stato di rabbia.

 

2. Saper nominare le emozioni

Lo step successivo è quello di riconoscere quali sono le emozioni. Anche se può sembrare una cosa ovvia, conoscere le emozioni e le relazioni che intrattengono tra di loro può essere di grande aiuto per poterle riconoscere e comunicare.  

Gioia, rabbia, paura, tristezza, disgusto e sorpresa sono le sei emozioni universalmente condivise da ogni individuo di ogni cultura, e per questo vengono definite primarie. Diversamente, emozioni come la vergogna, il senso di colpa, invidia, orgoglio, rimpianto ecc. sono considerate secondarie, in quanto si apprendono durante la crescita e si sviluppano con l’interazione sociale.

Ogni sera considera come ti sei sentito e quali emozioni hai provato, dai loro un nome e domandati quali sono stati i segnali che te le hanno fatte riconoscere.

Inoltre, per quanto riguarda i sentimenti fai caso a quali pensieri, associazioni e valutazioni li sostengono. Come vedremo tra poco, spesso ti accorgerai che cambiare un pensiero e aprirsi a nuove opportunità e interpretazioni può essere di grande aiuto per imparare a gestire meglio le tue emozioni.

 

3. Individuare il pensiero a fondamento del sentimento

Immagina di essere in attesa davanti all’ufficio dove si terrà il tuo colloquio di lavoro. Ad un certo punto la tua mente è attraversata dal pensiero di non essere preparato, che la tua esperienza è insufficiente e inadeguata per quella posizione.

Percepisci un nodo alla gola, una stretta allo stomaco, la respirazione si fa più veloce e le mani cominciano a sudare. In questo stato la mente vaga, e sembra evidente che, se verrai scartato, sarà perché sei una nullità, un incapace.

Ed ecco che, come dal nulla, una concatenazione disfunzionale tra pensieri ed emozioni ha preso piede, indifferentemente dal fatto che tutti (o gran parte) dei pensieri che la alimentano non sono veritieri. Tali processi conducono a comportamenti inadeguati, riducendo le nostre probabilità di successo.

Un buon consiglio per situazioni come questa è quello di prestare attenzione a cosa stiamo pensando all’insorgere dell’emozione. Ciò che importa è individuare il pensiero che scatena la risposta emotiva. Una volta individuato, scrivilo su un diario o su un foglio e tienilo davanti a te. Così, una volta “portato fuori”, potrai osservarlo e valutarlo, ragionare su esso e sulla sua veridicità.

In questo modo, osservando il nostro pensiero potremo renderci conto che magari se veniamo scartati è perché si è presentato un candidato migliore, o perché dobbiamo migliorare alcune nostre capacità, e non perché siamo dei buoni a nulla.

 

In conclusione...

Grazie ai progressi compiuti dalla ricerca scientifica siamo quindi riusciti ad espandere la nostra comprensione del fantastico universo delle emozioni e ad ampliare il nostro controllo su di esse e sulla nostra vita.

La capacità di riconoscere le emozioni, l’umiltà e il coraggio di accettarle e l’impegno costante per una gestione consapevole di esse rimangono degli strumenti potentissimi per sviluppare la nostra Intelligenza Emotiva, farci strada in questo mondo e costruirci una vita migliore.

 

 

di Filippo Brambillasca - Filosofo e Coach
per The Coachingroup